[indice] [identità] [storia] [dinamiche] [progettazione] [elementi] [references]


L'identità in rete

La concezione dello spazio e del tempo è stata profondamente modificata nel corso dell’ultimo secolo. Le innovazioni tecnologiche nella comunicazione a distanza hanno fatto in modo che la percezione si dilatasse consentendo di vedere, ascoltare cose lontane e passate, rendendo possibile la presenza simultanea, in momenti e luoghi differenti. Anche nell'ambito delle scienze naturali lo studio dello spazio e del tempo è messo in una luce differente: la fisica newtoniana alla base di tutto il pensiero filosofico dell'800 è stata ribaltata dalle intuizioni di Einstein con la teoria della relatività e da Heisenberg con il principio di indeterminazione. La materia e lo spazio secondo queste teorie non sono delle entità fisse e stabili, bensì delle configurazioni di energia. Lo spazio, entro i limiti delle nostre capacità sensoriali, può essere percepito e configurato; proprio in questo spazio da costruire più che da percepire si inseriscono le nuove tecnologie comunicative: il ciberspazio è uno di questi spazi mediatici costruiti dall'uomo.

Che cos'è il ciberspazio? È l'interconnessione fra tutti i computer del mondo. Sul piano fisico, questa interconnessione passa principalmente per la rete telefonica. Ora, l'interconnessione fisica fra le macchine implica, virtualmente, la messa in comune delle informazioni immagazzinate nelle loro memorie e il contatto fra tutti gli individui e i gruppi che si trovano davanti ai loro schermi. Per questo motivo il ciberspazio, lungi dall'essere soltanto una prodezza tecnica, è uno spazio di comunicazione dotato di caratteristiche radicalmente nuove. Internet in senso proprio si fonda su una norma di comunicazione che consente la collaborazione fra macchine e reti disparate. Percorrendo e trasformando progressivamente i canali telefonici, questa rete di reti non appartiene a nessuno, non ha un bilancio centrale né un direttore in carica. La sua organizzazione poggia sulla collaborazione fra tutti coloro che contribuiscono al suo uso e al suo mantenimento. Se è vero che la norma tecnica oggi in uso per Internet deriva da quella inventata negli anni Sessanta per le esigenze della ricerca militare americana, è bene sottolineare che la rete scaturisce dalla volontà operativa di centinaia di migliaia di utilizzatori, di ingegneri, di ricercatori, di docenti universitari, di studenti, di giovani del mondo intero, desiderosi di sperimentare nuove forme di comunicazione e che spesso hanno messo il proprio lavoro a disposizione gratuitamente per perfezionare la rete stessa. Per cui un vantaggio delle comunità virtuali rispetto a quelle reali, consiste nel poter essere fruite da punti molto lontani anche spazialmente.

Del "tempo virtuale" dell'era di Internet se ne occupa anche l'antropologo Michel Laguerre. Potrebbe sembrare strano, dice Laguerre, che si possa parlare di tempo "virtuale"; poichè il tempo è già di per se qualcosa di astratto. Come fa, dunque, a diventare "virtuale"? Il problema è legato al fatto che con la globalizzazione del mercato e con una società che sempre più diventa società di servizi, il ciclo tradizionale del tempo cui eravamo abituati viene radicalmente mutato, poiché aumenteranno sempre di più le attività e i servizi che si svilupperanno in un ciclo continuo di 24 ore. Il tempo di Internet si può misurare solo con l'orologio di Internet. Alla settimana "solare" ecco dunque affiancarsi e sovrapporsi la settimana "cyber" perchè potremo fare tutto a qualsiasi ora e perchè sarà scandita da ritmi estremamente elevati, rispetto a quelli tradizionali. Si pone allora il problema molto complesso di come gestire questo "nuovo" tempo e di come riorganizzare la temporalità.

Alluquère Rosanne Stone, che molto ha scritto sull'Identità in rete, si pone la questione: “Come vengono rappresentati i corpi attraverso la tecnologia? Come si costruisce il desiderio attraverso la rappresentazione? Qual è la relazione tra corpo e autoconsapevolezza? Che ruolo svolge il gioco in un paradigma emergente di interazione tra uomo e computer? E soprattutto cosa accade alla socialità e al desiderio sul finire dell’era meccanica?” Noi occidentali, questo è bene ribadirlo, siamo entrati nell’era virtuale e l’autrice si riferisce a ciò parlando del “progressivo cambiamento delle relazioni tra corpo e identità, tra individuo e gruppo ... perché nel mondo virtuale viene smentito il radicamento dell’interazione sociale nella fattualità fisica del corpo umano”. Ma se accettiamo l’idea che l’identità non sia qualcosa di dato per sempre ma un processo, ecco che le nuove configurazioni sociali ci spingono a dovere definire con nuovi strumenti e nuove visioni quel che noi siamo e sentiamo di essere.

È del 1984 la fantasia avvincente del cyberspazio immaginata e narrata da William Gibson in Neuromante. Se in questo primo romanzo Gibson manteneva cartesianamente 1:1 il rapporto identità reale/corpo fisico = identità virtuale/corpo virtuale, nei romanzi successivi l’identità o meglio la coscienza nel cyberspazio non ha più necessariamente una rappresentazione in un corpo virtuale. Oggi sappiamo che il cyberspazio esiste “come metafora delle tecnologie comunicazionali di fine secolo scorso, come banche dati, sistemi finanziari, reti informatiche e simulazioni militari...di conferenze via computer, di telefono erotico e di esperienze virtuali varie, ma poiché si tratta sempre di comunicare attraverso un media ad ampiezza di banda ristretta, quello che davvero facciamo è di negoziare le tensioni tra i soggetti individuali, collettività virtuali e i corpi fisici in cui tali individui e collettività possono essere collocati o meno”.

Il senso delle comunità virtuali è così sintetizzato da Stone: “I partecipanti alle comunità virtuali mediate elettronicamente acquistano competenze utili per gli ambienti sociali virtuali che si stanno sviluppando nelle nazioni tecnologizzate alla fine del Ventesimo secolo.
I partecipanti imparano a delegare la funzione di agente a delle rappresentazioni dei loro corpi che esistono in spazi immaginali, accanto ad altre rappresentazioni di altri individui.

http://www.fub.it/telema, Pierre Levy, l'intelligenza collettiva
http://www.technojuice.net, sulla noosfera
http://www.anarca-bolo.ch, recensione su Alluquère Rosanne Stone
http://www.provincia.venezia.it/medea/, Il Tempo al tempo di Internet
http://www.umanamente.com, comunità virtuali
http://www.psychomedia.it, Illusione gruppale nelle comunità virtuali



[indice] [identità] [storia] [dinamiche] [progettazione] [elementi] [references]